Para vivir bien: viaggio nella Bolivia biologica

di Luca Conte e Andrea Giubilato

3 maggio: Isla del Sol - La Paz

Al mattino c’è la brina, negli orti familiari dell’Isla del Sol ci sorprendono le piante di mais che non fanno una piega, le nostre cultivar, invece, sarebbero morte stecchite; ancora una volta è evidente che gli OGM non servono: un miglioramento genetico “dolce”, frutto della collaborazione con Madre Natura, è più che sufficiente.

Estèban ci porta a vistare le coltivazioni terrazzate di cui gli isolani sono molto fieri. Ci racconta che la comunità Challa è costituita da trecento famiglie, per lo più di agricoltori e pastori e che la gestione delle terre ha un’organizzazione particolare.

Una commissione di quattro persone ha il compito di gestire otto ampi lotti di terreno sparsi nell’isola e destinati all’agricoltura; ogni lotto è suddiviso in molte parcelle che ogni anno sono assegnate alle famiglie in base alle rispettive necessità.

La commissione, nominata dalle famiglie, è autonoma e resta in carica un solo anno. Le coltivazioni sono condotte secondo una rotazione antica che prevede questa sequenza: patata, oca (una oxalidacea da tuberi), due anni di fava, orzo, sette o quattordici anni di riposo (eventualmente a pascolo leggero).

Non si concima, la rigenerazione della fertilità dei suoli è legata all’avvicendamento con le leguminose, alla coltivazione di più specie, al lungo periodo di riposo; tutti i lavori sono eseguiti a mano o con gli animali.

A mezzogiorno arriviamo sul punto più alto dell’isola dove troviamo ad aspettarci molte famiglie della comunità per un pranzo condiviso. Il pomeriggio lo spendiamo tutto per rientrare a La Paz.